14 luglio 2018

Platone, ossia perché - Wislawa Szymborska

Dipinto di Eric Bowman
Platone, ossia perché - Wislawa Szymborska

Per motivi non chiari,
in circostanze ignote
l’Essere Ideale smise di bastarsi.
Dopotutto poteva durare all’infinito,
sgrossato dell’oscurità, forgiato dalla chiarezza,
nei suoi giardini di sogno sopra il mondo.
Perché, diamine, si mise a cercare impressioni
in cattiva compagnia della materia?
Che se ne fa di imitatori
mal riusciti, sfortunati,
senza prospettive per l’eternità?
Una saggezza zoppa
con una spina conficcata nel tallone?
Un’armonia fatta a pezzi
da acque agitate?
Il Bello
con dentro budella sgraziate
e il Bene
– perché con un’ombra,
se prima non l’aveva?
Doveva esserci una ragione,
anche se all’apparenza irrilevante,
ma questo non lo svelerà neppure la Nuda Verità
occupata a rovistare
nel guardaroba terreno.
Per non dire di questi orribili poeti, Platone,
trucioli che la brezza sparge da sotto le statue
rifiuti del grande Silenzio sulle vette…

da Wislawa Szymborska. La gioia di scrivere, tutte le poesie (1945 – 2009)
a cura di Pietro Marchesani - Adelphi Editore

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