12 novembre 2018

da “Gli amori difficili”. L'avventura di un viaggiatore, (1957) – Italo Calvino

dipinto di Kenton Nelson

da “Gli amori difficili”. L'avventura di un viaggiatore, (1957) – Italo Calvino
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Il viaggio era costoso e Federico non era ricco. Se in un vagone di seconda classe coi sedili imbottiti si trovavano scompartimenti vuoti, Federico prendeva il biglietto di seconda. Ossia, prendeva sempre il biglietto di seconda, riservandosi, se trovava troppa gente, di passare in prima pagando la differenza al controllore. In questa operazione, gustava il piacere del risparmio (anche il costo della prima classe, pagato in due tempi e con la coscienza d'una forza maggiore, gli pesava di meno), la soddisfazione di mettere a frutto la propria esperienza, e un senso di libertà e larghezza nei gesti e nei pensieri.
Come talvolta gli uomini la cui vita è più condizionata dagli altri, più dispersa all'esterno, Federico tendeva incessantemente a difendere un proprio stato di concentrazione interiore, e in verità gli bastava pochissimo, una camera d'albergo, uno scompartimento ferroviario tutto per lui, e già il mondo si ricomponeva in armonia con la sua vita, pareva creato apposta per lui, e le strade ferrate che fasciavano la penisola costruite apposta per portarlo trionfalmente verso Cinzia. Quella sera anche la seconda era quasi deserta. Ogni segno era propizio.
Federico V. scelse uno scompartimento vuoto, non sulle ruote, ma nemmeno troppo nell'interno del vagone, sapendo che di solito chi sale in fretta in treno tende a scartare i primi scompartimenti. La difesa del posto necessario per viaggiare coricati è fatta di minimi mezzi psicologici; Federico li conosceva e metteva in opera tutti.
Per esempio, tirò le tendine sulla porta, gesto che compiuto allora poteva anche parere eccessivo, ma che mirava appunto a un effetto psicologico. Davanti alle tendine accostate, il viaggiatore che sopravviene è quasi sempre preso da uno scrupolo istintivo, e preferisce, se lo trova, uno scompartimento magari già con due o tre persone, ma aperto. La borsa, il soprabito, i giornali, Federico li sparpagliò sui posti di fronte e accanto a lui. Altra mossa elementare, abusata ed apparentemente inutile; ma anche quella serve. Non che egli volesse far credere occupati quei posti: un simile sotterfugio sarebbe stato contrario alla sua coscienza civica e al suo carattere sincero. Gli bastava creare una rapida impressione di scompartimento ingombro e poco invogliante, una semplice rapida impressione.
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