Il libro - e.m.
Dall’Alpi
alle Piramidi,
dal
Manzanarre al Reno,di quel securo il fulmine
tenea
dietro al baleno;
scoppiò
da Scilla al Tanai,
dall’uno
all’altro mar.
Alessandro Manzoni, da "il Cinque Maggio", vv. 25-
Da Unomattina a Buongiorno benessere, da Oggi è un altro giorno a Tg2 Post e Cartabianca, da Quante storie su Rai Tre, da Quarta Repubblica a Zona Bianca su Rete Quattro, da Mattino Cinque News a Pomeriggio Cinque su Canale 5, da Piazzapulita a Tagadà, da Non è l’arena a Omnibus su La7, da Accordi & disaccordi sul Nove a Il Caffè di Rai Uno. Inoltre l’infaticabile, si concede a riviste, rotocalchi, giornali, fogli e foglietti e in ogni occasione ci illumina di perle. Discetta su Mussolini, il fascismo, la disoccupazione, il reddito di cittadinanza, l’elezione del presidente della Repubblica. “secondo il giornalista Marco Zonetti, a cavallo tra martedì 12 e mercoledì 13 dicembre è comparso in quattro trasmissioni nell’arco di 12 ore: un Bruno ogni 180 minuti.”[1]
Bruno Vespa, come tutti i telespettatori si saranno accorti, è dappertutto con la sua voce melliflua e l’ennesimo libro di pettegolezzi e retroscena natalizio. Naturalmente le millanta apparizioni fanno vendere, eccome se fanno vendere. Sono anche convinto che qualsiasi libro venderebbe con tanta pubblicità, tante presentazioni, tanti sponsor, tanti personaggi televisivi compiacenti e montagne di copie del libro in tutti gli autogrill e le librerie d’Italia.
Il Libro di Bruno Vespa è ormai un evento da calendario. Bisogna rassegarsi, assieme alle feste natalizie arriva puntuale anche il libro del giornalista. E arriva a valanga su tutte le reti a tutte le ore. Ha fatto una marchetta (gliel’hanno concessa i dirigenti rai, chissà perché solo a lui) anche al Telethon dove c’entrava come i cavoli a merenda. È ovunque e ovunque ci illumina dei segreti e dei retroscena della politica come se i comuni cittadini non sapessero leggere oltre le false verità narrate da lui e dai suoi colleghi su libri, giornali e televisioni. Non si ha il tempo di dimenticare la sua faccia che la si vede spuntare da un’altra parte. Non si fa in tempo a cambiare canale perché lui è più veloce del telecomando e ce lo ritroviamo davanti con il suo libro in mano a biascicare dei brevi sunti delle sue incorruttibili verità.
Bruno Vespa è un pegno da pagare in ogni festività natalizia. Ormai bisogna rassegnarsi: assieme a babbi natale e alberi e presepi e panettoni e lucine ai balconi, c’è anche lui.
Confesso che ho avuto il timore che la sua faccia spuntasse anche nella pubblicità dei profumi al posto di Charlize Theron e Julia Roberts, in quella dei panettoni al posto di babbo natale oppure a, tarda notte, in una replica del tenete Colombo o di Poirot a supplicare i bravi investigatori a interrompere le indagini e concedergli uno spazio sufficiente a pubblicizzare il suo prezioso tomo.
Non è da escludere che lo si veda spuntare una domenica dalla finestra della residenza del papa, il Palazzo Apostolico del Bramante e presentare il suo libro durante l’Angelus.
C’è da chiedersi il perché di tanto spazio concesso a determinati personaggi mentre altri devono accontentarsi del nulla.
Sarà forse la pessima offerta editoriale (almeno quella pubblicizzata a tambur battente) alla base della perdita, secondo l’Istat, di 3,3 milioni di lettori tornando ai livelli del 2001?
[1] Da “il
Fatto Quotidiano”