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11 giugno 2015

Sogno d'estate - Giosuè Carducci

John William Waterhouse - Sweet Summer
Sogno d'estate - Giosuè Carducci

Tra le battaqglie, Omero, nel carme tuo sempre sonanti
La calda ora mi vinse: chinommisi il capo tra 'l sonno
In riva di Scamandro, ma il cor mi fuggi su 'l Tirreno.

Sognai, pacide cose de' miei novelli anni sognai.
Non più libri: la stanza dal sole di luglio affocata,
rintronata da i carri rotolanti su 'l ciottolato
de la città, sIargossi: sorgeanmi intorno i miei colli,
cari selvaggi colli che il giovane apríl rífíoría.
Scendeva per la piaggia con mormorii freschi un zampillo
Pur divenendo rio: su '1 rio passeggiava mia madre
Florida ancor ne gli anni, traendosi un pargolo a mano.
Cui per le spalle bianche splendevano i riccioli d'oro.
Andava il fanciulletto con piccolo passo di gloria,
superbo de l’amore materno, percosso nel core
da quella festa immensa che l'alma natura intonava.
Però che le campane sonavano su dal castello
annunziando Cristo tornante dimane a' suoi cieli;
E su le cime e al piano, per Paure, pe' rami, per l'acque,
correa la melodia spiritale di primavera;
ed i peschi ed i méli tutti eran fior bianchi e vermigli,
e fiori gialli e turchini ridea tutta l'erba al di sotto,
ed il trifoglio rosso vestiva i declívii de' prati,
e molli d’auree ginestre si paravano i colli,
e un’aura dolce movendo quei fiori e gli odori
veniva giù dal mare; nel mar quattro candide vele
andavano andavano cullandosi lente nel sole,
che mare e terra e cielo sfolgorante circonfondeva.
La giovine madre guardava beata nel sole.
Io guardavo la madre, guardava pensoso il fratello,
questo che or giace lungi su '1 poggio d'Arno fiorito,
quella che dorme presso ne l'erma solenne Certosa;
pensoso e dubitoso s'ancora ci spirassero l'aure
o ritornasser pii del dolor mio da una plaga
ove tra note forme rivivono gli anni felici.
Passar le care imagini, disparvero lievi co '1 sonno.
Lauretta empieva intanto di gioia canora le stanze,
Bice china al telaio seguia cheta l'opra de l'ago.

 

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