foto da spoki.tvnet.lv
Cala la notte e i giardini ritornano - Alexandra Zambà
Cala la notte e i giardini ritornano
ciliegi alti con arrampicate le rose sarmentose.
Quel giorno andavo a caccia dei tuoi gesti in incognito
ombreggiavano le marasche, le amarene e le visciole
acidule con cascata di petali e profumo di rosa.
Cadevano le ciliegie, dagli stessi rami delle rose e cadevano ancora
e non sapevo se loro mi venivano incontro oppure mi inseguivano.
Languide e provocanti tutte d' un colpo le cerase ci coprirono
poi continuarono lentamente a scendere una dopo l'altra
e non sapevamo se aprire gli occhi o toccare le visioni.
Come mai oggi così caduche le ciliegie asprigne, volevo chiederti
ma restavi concentrato a sentire il tonfo sul corpo che non si oppone
ci inebriava quel misto profumo di rosa antica, muschio e mirra
e separati da tutto, tenevamo addosso la pienezza del peso.
Volevo accovacciarmi tra le tue braccia ma non osavo calpestarle
c'era troppo silenzio e le ciliegie riempivano le scarpe
con rivoli lenti segnavano le nostre gambe e noi toccavamo i palpiti
stringevamo forte il loro rondò.
Respiravamo piano per sentirle rotolare e sangue scivolavano
liquide macchie allargate cercavano del corpo sensibile le cavità capienti
e tu non facevi niente a fermarle non ti alzavi a scostarle
solo tastavi la mia umida e collosa nuca incocciante.
Quel giorno andavo a caccia dei tuoi gesti in incognito
le mie mani ti cercavano e ti stringevo sulla mia incoerenza.
Cala la notte e i giardini ritornano
ciliegi alti con arrampicate le rose sarmentose.
Quel giorno andavo a caccia dei tuoi gesti in incognito
ombreggiavano le marasche, le amarene e le visciole
acidule con cascata di petali e profumo di rosa.
Cadevano le ciliegie, dagli stessi rami delle rose e cadevano ancora
e non sapevo se loro mi venivano incontro oppure mi inseguivano.
Languide e provocanti tutte d' un colpo le cerase ci coprirono
poi continuarono lentamente a scendere una dopo l'altra
e non sapevamo se aprire gli occhi o toccare le visioni.
Come mai oggi così caduche le ciliegie asprigne, volevo chiederti
ma restavi concentrato a sentire il tonfo sul corpo che non si oppone
ci inebriava quel misto profumo di rosa antica, muschio e mirra
e separati da tutto, tenevamo addosso la pienezza del peso.
Volevo accovacciarmi tra le tue braccia ma non osavo calpestarle
c'era troppo silenzio e le ciliegie riempivano le scarpe
con rivoli lenti segnavano le nostre gambe e noi toccavamo i palpiti
stringevamo forte il loro rondò.
Respiravamo piano per sentirle rotolare e sangue scivolavano
liquide macchie allargate cercavano del corpo sensibile le cavità capienti
e tu non facevi niente a fermarle non ti alzavi a scostarle
solo tastavi la mia umida e collosa nuca incocciante.
Quel giorno andavo a caccia dei tuoi gesti in incognito
le mie mani ti cercavano e ti stringevo sulla mia incoerenza.
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