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11 settembre 2015

Il ragazzo selvaggio - Robert Sabatier

 Il ragazzo selvaggio - Robert Sabatier
 
All’ultimo banco in classe un ribelle
Vede la lingua rossa dell’autunno
Leccare il vetro. Colerà del sangue
Nel vicolo dove rotolano le arance.

Un libro aperto vola con fruscio d’ali.
Il dito nell’inchiostro disegna mostri
Sul legno scuro dove sono incisi
Nomi d’allievi addormentati nel tempo.

Una cancellatura lo acquieta appena
Perché vede i gridi verdi d’erbe folli.
Vagabonda in se stesso, poi si dedica
Alle gesta dell’imperatore cosmonauta.

Si tinge una guancia d’inchiostro malva
E lo raggiungono le tribù indiane.
Questo inventore d’altre cosmogonie
Sarà costretto ad amare la sua vita.

Qual è la parola che strappa le labbra
E fa esplodere le lodi perdute?
Primavera, Primavera... ripete il barbaro,
Primavera, Primavera, come chi chiama una tigre.

Nessuno risponde. Una volta vincitore
Era chi portava il cappello d’asino,
Masticando gomma e sognando vendette
Nell’angolo fiorito di ragnatele.

Scricchiola la pagina al ritmo dei dettati.
Stanco di balbettare vecchie mongolfiere,
Il ragazzo vola sulla città
Per bruciarsi le ali al sole.

1 commento:

  1. Bellissima poesia...
    Gradirei sapere da che volume è stata tratta e chi è il traduttore.
    Grazie
    Davide

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