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11 novembre 2015

Sono un albero che cammina - Josip Osti

pino loricato - Parco del Pollino
Sono un albero che cammina - Josip Osti

Sono un albero che cammina, corre, vola… Un albero
che senza nemmeno sapere come, dato che
nel vero amore tutto è inspiegabile,
dal meridione si è ritrovato nel nord, circondato
da alberi differenti. Solo dopo, la furia
della guerra l’ha strappato con le radici. Non verrà
mai a sapere se in sogno o nella realtà, che è
ancora più angosciosa dei più tormentosi
incubi. Sono un albero che cammina, corre,
vola… Un albero che non ha cessato di lasciarsi
incantare dal bel paesaggio carsico e nello
stesso tempo di scandalizzarsi per ciò che
accadeva nel suo paese natío.
Con la gente, gli alberi, i fiori, i cani, i gatti…
Con gli animali domestici e selvatici…
Nelle città, villaggi e boschi… Un albero
che sudava, coperto di baci solari,
che pativa il freddo e tremava sotto le violente
raffiche della bora. Nella cui chioma, divenuta grigia
in una sola notte, si radunavano molti uccelli
per vedere e udire un solitario uccello esotico,
rinchiuso in gabbia, dalla voce e dai colori
finora sconosciuti a loro. Un uccello canoro
che cantava sommesso giorno e notte un mesto
canto. In una lingua diversa, ma comprensibile
a tutti. Sono un albero che cammina, corre, vola…
Un albero che cammina sulle mani e si contempla
nello specchio del cielo. Che corre nudo
tra i prati, tra due realtà e due sogni.
Che una volta vola sopra Sarajevo e la seconda
sopra Tomaj. Che tranne l’amore assurdo,
non ha né patria né paese natío. Che anche
quando germoglia e fiorisce, non smette di
appassire e di morire.


Traduzione Jolka Milič

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