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Pensavo fosse #lavoltabuona - e.m.
Dopo i più
fantasmagorici 1000 giorni del più strabiliante governo della Repubblica
Italiana (Parlamentare, non presidenziale come qualcuno ha fatto credere);
dopo 1000 giorni del
miglior governo della galassia, invidiato anche dall’impero galattico il cui
imperatore supremo ha mandato una delegazione in missione per capire come si fa
a distruggere una repubblica e i suoi equilibri;
dopo le migliori
riforme possibili varate, che neanche a Utopia avevano mia immaginato;
dopo la scuola più
buona di tutti i pianeti, a parte la Nutella (con olio di palma);
dopo la migliore
riforma del lavoro di cui mai classe operai abbia beneficiato fin dai tempi
della rivoluzione industriale;
dopo la migliore
legge elettorale possibile sulla quale, in maniera irrituale per la natura
stessa della legge, il governo pose la questione di fiducia, e invidiata
dall’intero globo terracqueo al punto che, appena varata, davanti a Palazzo
Chigi si sono formate file di ambasciatori delle altre nazioni che si
prostravano per poterla copiare e adottarla nei rispettivi Paesi;
dopo aver messo,
finalmente, nella condizione di non nuocere le caste di ogni genere e tipo, i
poteri forti, la sinistra perdente e quella vincente, i parrucconi, i
professoroni, i partigiani, gli operai, i gufi di qualsiasi latitudine della
geografia politica;
dopo le inenarrabili
meraviglie del governo raccontate da un giovanotto che spuntava dalla
televisione in ogni momento della giornata e, in autunno, anche da tutti gli
sportelli e dai tiretti dei mobili di casa;
ho scoperto,
ascoltando uno scorcio della dichiarazione di voto alla fiducia del Governo
Gentiloni (definito governo di responsabilità perché, evidentemente, il
precedente era di irresponsabilità) fatta dal capogruppo del Pd alla Camera dei
Deputati, che l’Italia (la stessa nazione, badate, governata dallo strabiliante
rottamatore) dovrà affrontare, delle emergenze riguardanti importanti questioni
lasciate aperte dal precedente governo (quasi identico all’attuale) e cioè: la
disoccupazione, la ricostruzione, le tensioni sociali, l’immigrazione e, udite
udite, varare una nuova legge elettorale (sic!!!!!!!!!!!!!!!!!!)!!!!!!!
Sono io che non
capisco più la politica, e nemmeno i limiti del buon senso, o loro a vivere in
un mondo dove, per esempio, si può dichiarare una quarantina di volte che in
caso di sconfitta al referendum si sarebbero non solo dimessi ma ritirati dalla
politica (Renzi, Boschi, Carbone, Fedeli) e rimanere senza vergogna non solo a
guidare il maggior partito italiano ma addirittura sui banchi del governo?
14 dicembre 2016
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