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14 gennaio 2017

Kahlil Gibran – Sul mangiare e sul bere

Scena di cucina con Cristo nella casa di Marta e Maria - Ambito Joachim Beuckelaer  
Kahlil Gibran – Sul mangiare e sul bere

Allora un vecchio oste disse:
Parlaci del Mangiare e del Bere.
E lui disse:
Vorrei che poteste vivere della fragranza della terra,
e che la luce vi nutrisse in libertà come una pianta.
Ma poiché per mangiare uccidete,
e rubate al piccolo il latte materno per estinguere la sete,
sia allora il vostro un atto di adorazione.
E sia la mensa un altare su cui i puri e gli innocenti della foresta e dei campi
vengano sacrificati a ciò che di più puro e innocente vi è nell'uomo.
Quando uccidete un animale, ditegli nel vostro cuore:
"Dallo stesso potere che ti abbatte io pure sarò colpito e distrutto,
Poiché la legge che ti consegna nelle mie mani consegnerà me in mani più potenti.
Il tuo sangue e il mio sangue non sono che la linfa che nutre l'albero del cielo".
E quando addentate una mela, ditele nel vostro cuore:
"I tuoi semi vivranno nel mio corpo,
E i tuoi germogli futuri sbocceranno nel mio cuore,
La loro fragranza sarà il mio respiro,
E insieme gioiremo in tutte le stagioni".
E quando in autunno raccoglierete dalle vigne l'uva per il torchio, direte nel vostro cuore:
"Io pure sarò vigna, e per il torchio sarà colto il mio frutto,
E come vino nuovo sarò custodito in vasi eterni".
E quando l'inverno mescete il vino,
per ogni coppa intonate un canto nel vostro cuore,
E fate in modo che vi sia in questo canto il ricordo dei giorni dell'autunno, della vigna e del torchio.

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