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14 marzo 2017

Ingrid De Kok - Vocazione

opera di Juan Medina

Ingrid De Kok - Vocazione

Ci sono venuta da sola ma la via del nettare mi ha aiutato.
Ci sono stati altri segni, come sempre ci sono.
La bussola di mio padre per darmi la direzione.
I messaggi in aria di mia madre,

Frecce bianche agli incroci, dipinte da amici,
Il codice dell'infanzia, tutti e sette i sensi,
Segnali di pericolo lanciati da sconosciuti,
Le tombe del mio paese, i suoi recinti elettrici.

Uno zaino di canzoni, una mappa di parole,
Perfino un rimario.
Una Bibbia, dieci penne, carta filigranata.
Oggetti ordinari per lo più.

Le stelle sono state indispensabili, certo,
Anche la luna, a  volte una pillola amara.
E un po' di vento ha continuato a battere le ali venate
Piegando me e il salice al suo volere.

Per trovare la strada mi raccontavo storie.
Quella di Arianna mi è servita ma il suo filo di seta
Ti lega le caviglie se non fai attenzione.
E non mi sono persa, anche se tutto si è ridotto

A una dimora che un tempo respirava
Occupata per poco
Dove canzoni, il suono del liuto,
Perfino il graffio della penna, non si sentono più.

Dal tetto in rovina
Proviene un unico suono:
Il verso indifferente di un gufo.
Ruota il capo,
Inclina i ciuffi delle orecchie,
Getta lo sguardo
Nel buio
Guardando, aspettando, come deve,

Che io e altri cantori,
Altre prede necessarie,
Troviamo la  strada nella boscaglia
Ci liberiamo dei nostri zaini preziosi

Miglio dopo ultimo miglio,
Mentre veniamo qui
Di nuovo all'inizio e alla fine,
Silenzio, luogo di riposo.

traduzioni dall'inglese di Paola Splendore 

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Ingrid De Kok - Vocation

I led myself here though the honeyguide helped.
There were other signs, as there always are.
Father's compass to spin me around,
Mother's messages in the air,

White arrows at crossoroads, painted by friends
Childhood's morse, all seven senses,
Warning flares fired by strangers,
My country's graves, its electric fence.

A backpack of songs, a map of words,
Even a rythming dictionary.
A bible, ten pens, watermarked paper.
Most things quite ordinary.

The stars of course were indispensable,
Also the moon, though sometimes a bitter pill.
And a little wind kept beating its veined wings
For the willow and me to bend to its will.

To find my way I told myself stories.
Ariadne's helped but her silken twine
Encircles your ankles if you're not careful.
And I am not lost, though things are winding down

To a once breathing house
On short-term lease
Where song, recorded lute,
Even pen's scrape, have almost ceased.

From the crumbling roof
Only one sound left:
An owl's indifferent hoot.
It swivels its head,
Tilts its tufted ear,
Casts its eyes
Into the dark
Watching, waiting, as it must,

For me and other singers,
Other necessary prey,
To find our way through the brush,
To shed our precision packs

Mile by last mile,
As we lead ourselves here
Back to the beginning and the end,
Silence, resting place.
 

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