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24 aprile 2017

Virgilio Piñera - L’isola di peso (frammento)

foto da diyphotography.net
Virgilio Piñera - L’isola di peso  (frammento)

Tutto un popolo può morire di luce come morire
di peste.
A mezzogiorno il monte si popola di amache invisibili,
e lanciati, gli uomini sembrano foglie alla deriva su acque metalliche.
In questa ora nessuno saprebbe pronunciare il nome più caro,
né alzare una mano per accarezzare un seno;
in questa ora del cancro uno straniero giunto da spiagge remote
domanderebbe inutilmente che progetti abbiamo
o quanti uomini muoiono di malattie tropicali su questa isola.
Nessuno lo ascolterebbe: le palme delle mani rivolte verso l’alto,
gli orecchi otturati dal tappo della sonnolenza,
i pori tappati con la cera di un fastidio elegante
e della mortale deglutizione delle glorie passate.
Dove incontrare in questo cielo senza nubi il tuono
il cui scoppio spacca, da sopra a sotto, il timpano dei dormienti?
Quale conchiglia paleolitica spaccherebbe con il suo aspro corno
il timpano dei dormienti?
Gli uomini-conchiglia, gli uomini-scimmia, gli uomini-tunnel.
Popolo mio, tanto giovane, non sai comandare!
Popolo mio, divinamente retorico, non sai raccontare!
Come la luce o l’infanzia non hai ancora un volto.

 da “La isla en peso”, 1941

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