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13 ottobre 2014

Rapa Nui – Pablo Neruda


 foto da  luxury4men.com - Rapa Nui
 Rapa Nui – Pablo Neruda

Tepito.te-Henùa, ombelico del mar grande,
officina del mare, estinto diadema.
Dalla tua lava di scorie salì la fronte
dell'uomo più in alto dell'Oceano,
gli occhi screpolati della pietra
misurarono il ciclonico universo,
e fu centrale la mano che innalzava
la grandezza pura delle tue statue.

La tua roccia religiosa fu tagliata
verso tutte le linee dell'Oceano
e i volti dell'uomo apparvero
sorgendo dalle viscere delle isole,
nascendo dai crateri vuoti
con i piedi impigliati nel silenzio.

Furon le sentinelle e chiusero
il cielo delle acque che giungevano
da tutti gli umidi domini,
e il mare davanti alle maschere fermò
i suoi tempestosi alberi azzurri.
Nessun altro che i volti abitarono
il circolo del regno. Era silenzioso
come l'ingresso di un pianeta, il filo
che avvolgeva la bocca dell'isola.
Così, nella luce dell'abside marina
la favola di pietra condecora
l'immensità con le sue medaglie morte,
e i piccoli re che governano
tutta la solitaria monarchia
per l'eternità delle schiume,
tornano al mare nella notte invisiibile,
tornano ai loro sarcofaghi di sale.

Solo il pesce luna che morì sulla sabbia.

Solo il tempo che morde i moais.

Solo l'eternità nelle sabbie
conosco le parole:
la luce sigillata, il labirinto morto,
le chiavi della coppa sommersa.

1 commento:

  1. Magnifica elegia di un isola sperduta nell'oceano e di un popolo guerriero dormiente tra i flutti tepestosi di quel mare

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