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27 dicembre 2014

Se facessimo un conto delle cose - Elio Pagliarani

Giovanni Boldini - Conversazione al caffè

Se facessimo un conto delle cose - Elio Pagliarani

Se facessimo un conto delle cose
che non tornano come quella lampada
fulminata nell'atrio alla stazione
e il commiato allo scuro, avremmo allora
già perso, e il secolo altra luce esplode
che può farsi per noi definitiva.

Ma se ha forza incisiva sulla nostra
corteccia questa pioggia nel parco
da scavare una memoria – compresente
il piano d'assedio cittadino in tutto il quadrilatero –
e curiosi dei pappagalli un imbarazzo
ci rende, per un attimo, dicendoti dei fili di tabacco
che hai sul labbro, e perfino una scoperta
abbiamo riservata: anche a te piace
camminare? (e te non stanca? che porti
tacchi alti, polsi, giunture fragili
che il mio braccio trova a fianco,
il tuo fianco le mani provate sopra i tasti
milanese signorina)

se ci pare che quadri tutto questo
con l'anagrafe e il mestiere, non il minimo buonsenso

un taxi se piove / separé da Motta
Ginepro e Patria / poltrone alla prima

ci rimane, o dignità, se abbiamo solo in testa
svariate idee d'amore e di ingiustizia.

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