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3 dicembre 2014

... non Elena, un’altra, ...

Opera di Edson Campos

Un rivolo di miele dorato - Osip Mandel’stam

Un rivolo di miele dorato colava dalla bottiglia
così viscoso e lento che la padrona fece in tempo a dire:
Qui nella triste Tauride, dove il destino ci ha portati,
non soffriamo per niente la noia – e volse da un lato lo sguardo.

Dappertutto servizi di Bacco, quasi al mondo vi fossero solo
custodi e cani. Cammini e non incontri nessuno.
Come botti pesanti, tranquilli rotolano i giorni,
voci in una capanna lontana: non comprendi, non rispondi.

Dopo il tè uscimmo nell’immenso giardino marrone,
erano abbassate come ciglia le tende scure alle finestre,
lungo le bianche colonne andammo a guardare la vigna,
dove il vetro dell’aria irrorava le sonnacchiose montagne.

Io dissi: la vigna vive come un’antica battaglia,
in cui ricciuti cavalieri si battano in ordine folto.
Nella Tauride pietrosa la scienza dell’Ellade – ed ecco
nobili aiuole rugginose di ettari d’oro.

Ma nella camera bianca il silenzio è fermo come una conocchia,
viene odore d’aceto,  di tinta e vino fresco dalla cantina.
Ricordi, nella casa greca una sposa amata da tutti,
non Elena, un’altra, come a lungo ricamava.

Vello d’oro, dove sei, vello d’oro - 
per tutto il cammino mugghiavano le onde pesanti del mare
e, abbassando la nave che aveva stancata nei mari la tela,
Odisseo ritornò, pieno di spazio e di tempo.

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