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Dammi, dammi, offrimi la tua voce - Edith Azam
Dammi, dammi, offrimi la tua voce.
La tua voce osa offrirmela, tu.
La tua voce, la mia voce,
mischiare le nostre voci. Offrimi, dammi.
Io? Io offrirmi, e la mia voce.
La mia voce osa, venire
per te. La mia voce che per te osa.
Osa la mia voce, sì, lei osa,
in punta di dita offrire tutta me
stessa. La mia voce mi offre più di me.
È in punta di voce che
mi offro, e tu idem, e tutti gli altri.
Perché tutto si offre con la voce.
Con la voce, te fino a me, e io
sulla punta della tua lingua.
Con la voce, io il mio corpo nudo.
La voce, la voce, la voce!
La voce per non più ascoltarsi!
Offrimi, dammi, prendimi.
Senza angoscia e senza paura:
mescolarsi le voci.
All'interno, nei flussi nervosi,
nell'osso bianco e nell'ombra: la voce.
E nelle oscurità delle origini: la voce
ancora, sempre la voce che si dispiega
fino al silenzio! Fino al silenzio
lei si spacca, si frammenta musica!
La voce, il canto delle donne
nel deserto. La voce quando si drizza
faccia vuota mentre
schioccano le mani sulle tempie!
La voce, sì, quando lei osa,
inafferrabile, gridare il suo cielo, urlare
ancora perché tutto si sparpaglia.
Tutto si sparpaglia, tutto in me
che si sparpaglia ma la voce, la voce
mi richiama di nascosto, lei mi parla
mio malgrado, è la voce
che mi porta via, che mi porta, che...
Dammi, dammi la tua carne
viva, brame d'opere d'arte. La tua voce
dammela.
Solo una volta la tua voce, ch'io l'afferri.
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