Oh Alina, donna di Fayum - Alexandra Zambà
Oh Alina, donna di Fayum,
quel giorno d’improvviso qualcuno interpretò i sogni
bruciò l’incenso sulla sabbia, ruppe il cerchio del tamburo
e dalle palme venne giù l’ ombra tutta.
Allora la sabbia del deserto si sollevò e scosse e svuotò
le fonti - i tuoi occhi s’inaridirono per sempre -
Sulla strada interrotta, tu aspettavi un incantesimo ma
qualcuno solo la maschera sul viso ti tenne forte
dalle offerte votive ti mise un soldo in bocca
per poi legarti stretta nelle pratiche liturgiche.
Ti tenne legata la testa, ti guardò dritto negli occhi
non ti permise il marito piangere
strappare i capelli sulle labbra dei figli morti ma
-fortunata donna –
con mani leggere per non vedere i demoni, ti coprì gli occhi
per non soffrire lo strazio della perdita, ti sradicò il cuore .
Non ti lasciò il tempo a venerarli, invocarli i tuoi cari.
Quel giorno inatteso,
ti videro in molti sui cammelli che negli specchi avanzano
caricata prima dei tuoi, prima di loro salutata alla partenza.
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