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15 febbraio 2015

Vorrei portarti con me - Italo Calvino

foto di  Mario Sorrenti - Scarlett Johansson for Vanity Fair, dicembre 2011 

Vorrei portarti con me - Italo Calvino

Vorrei portarti con me.
Resisteresti poco, al freddo senza l’afa estiva.
Ma sarebbe un’esperienza diversa, no?
Poi ti riporterei indietro, come è giusto che sia.
Ma per un po’ ti porterei con me.
Ti racconterei le cose che non avrò il tempo di finire di dirti.
Solo per quello, per trovare il modo che duri di più.
Ti farei guardare il mare freddo, così apprezzeresti il tuo.
Ti farei una foto e la lascerei nel cassetto, per le volte che avrò voglia di guardarti con i capelli scompigliati e il sorriso accennato.
Mangeremo e dormiremo poco, perché non ci sarebbe il tempo; tutto quello che vorresti cercherei di dartelo.
Ti farei esprimere un desiderio e lo esaudirei.
Solo uno, perché tre non sarei capace.
Ti farei almeno un paio di domande scomode, perché così ti fideresti di me; perché così, se ti telefonassi almeno una volta, sussulteresti un pochino e quando deciderai di andare via, ci sarà almeno una volta in cui vorrai tornare.
Vorrei che ti fossi innamorata di me, per chiedermi di restare.
Ma forse tu impieghi tanto per innamorarti, e allora è per questo che vorrei portarti con me. Per farti innamorare.
Verresti?
Sono un pessimo romantico, lo ammetto.
È per questo che non sono riuscito a farti innamorare.
Lo so che è così.
Ho immaginato che potessi bastare io, con i miei modi normali e l’aria spavalda. Fintamente sicura.
E del tempo, per spiegarti quello che manca, per farti vedere che ne sarebbe valsa la pena, alla fine.
Ho provato, che dire, a farmi scegliere.
Ho sperato.
Dovevo.
Era una possibilità, capisci?
Come fare a metterla via, a dimenticarla?
Forse aspettando, forse non era il momento.
Forse io e te abbiamo un altro tempo.
Sono sicuro che con qualche giorno in più, ora in più, ti avrei portato via con me.
È l’idea che almeno una volta succeda, no?
Hai presente?
Quell’idea invasiva e sotterranea che si inabissa o si palesa e lo fa una volta sola per tutte e se l’avverti non puoi far finta di niente se hai un po’ di senno.
Come un sibilo fluttuante e sinuoso.
A me è successo questo: non sono riuscito a fare finta di niente.
Non volevo, in fondo.
Non potevo far altro che cercare di portarti con me, dal profondo.
Per egoismo quasi, per farmi stare bene.
Anche se sapevo di non potere.
Anche se era rischioso.
Anche se tu non vuoi.
Anche se, infine, la tua felicità non dipende da me.
E non posso fare a meno di chiedertelo di nuovo.
Solo per essere sicuro.
Verresti?

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