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29 marzo 2015

Elegia a Donna Giovanna la pazza - Federico Garcia Lorca

 ritratto di Giovanna di Castiglia - Joseph Sequence
 Elegia a Donna Giovanna la pazza - Federico Garcia Lorca


Principessa amorosa senza essere corrisposta.
Garofano scarlatto in valle fonda e spoglia.
La tomba che ti serba stilla la tua tristezza
attraverso quegli occhi che ha aperto sopra il marmo.

Tu eri una colomba dall'anima gigante
il cui nido fu sangue di terra castigliana.
Diffondesti il tuo fuoco su un calice di neve
e al volerlo attizzare ti spezzasti le ali.

Sognavi che il tuo amore fosse come l'infante
che ti segue sommesso raccogliendo il tuo manto.
E anziché fiori, versi, e collane di perle
la Morte ti offrì rose appassite su un ramo.

Portavi sul tuo petto l’incredibile aurora
di Isabel de Segura, Melibea. Il tuo canto,
allodola che guarda spezzarsi l'orizzonte,
diventa d'improvviso monotono e amaro.

fa fremere il tuo grido i pilastri di Burgos.
Spossa la salmodia del coro certosino.
E si scontra con gli echi delle lente campane
perdendosi nell'ombra tremante e lacerato.

Avevi la passione che dà il cielo di Spagna.
Passione del pugnale, dell'occhiaia e del pianto.
Principessa divina del crepuscolo rosso,
con la rocca di ferro e d’acciaio il filato!

Non avesti mai un nido, afflitto madrigale,
né il liuto giullaresco che singhiozza lontano.
Fanciullo il tuo giullare, dalle squame d'argento
e un'eco di tromba il suo accento amoroso.

E tuttavia eri nata apposta per amare,
fatta per i sospiri, le carezze e i deliqui.
Per piangere tristezza appoggiata al petto amato
disfogliando una rosa d’odori tra le labbra.

Per guardare la luna ricamata sul fiume
sentir la nostalgia che il gregge trascina.
E guardare gli eterni giardini delle ombre.
Oh bruna principessa che dormi sotto il marmo!

Sono i tuoi occhi neri aperti nella luce?
O serpenti si avvinghiano sui tuoi seni spossati … ?
Quale fine i tuoi baci lanciati contro il vento?
Che fu della tristezza del tuo amore malnato?
Nello scrigno di piombo, fra le ossa del tuo scheletro,
il tuo cuore sarà andato in mille pezzi.

E Granada ti serba come una reliquia,
oh bruna principessa, che dormi sotto il marmo!
Eloisa e Giulietta furono due margherite
ma tu fosti un garofano scarlatto insanguinato
che venne dalla terra dorata di Castiglia
a dormire tra neve e casti cipressi.

Granada era il tuo letto di morte, Donna Juana,
i cipressi i tuoi ceri, la sierra il tuo retablo.
Un retablo di neve che calmi le tue ansie
e con l'acqua del Dauro che ti passa vicino!

Granada era il tuo letto di morte, Donna  Juana,
quella di torri antiche e del giardino inquieto,
quella d’edera morta fissa sui muri rossi,
quella di nebbia azzurra e del mirto romantico.

Principessa amorosa e neanche corrisposta.
Garofano scarlatto in valle fonda e spoglia.
La tomba che ti serba stilla la tua tristezza
attraverso quegli occhi che ha aperto sopra il marmo.



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