fotogramma di "C'era una volta in America"
La cucina in tempo di guerra - Janine Pommy VegaPenso alle donne di Yannis Ritzos
che marciano verso la cucina al primo rumore di guerra
penso alla mole della nonna a Jersey City,
una mole che non potrei mai riprodurre mentre avanzo
con passo felpato per tritare il basilico cresciuto
l’anno scorso, spazzolare il gatto, tagliare l’aglio
per condire l’insalata.
Occupazioni deliberatamente tranquille, benchè potrei cominciare
a lanciare le pentole come mia madre, posso dirti
che potrei fare un tale putiferio che ti chiederesti chi
è impazzito, ed è il mondo
nelle foto che non porterò in casa,
nell’atteggiamento malizioso canzonatorio di un presidente
impostore, messo lì da un pugno di corporazioni
Potrei mostrarti come il pianto mi ha scavato nel cuore
un buco profondo come le pantofole
in cui lei affondava i piedi nelle fredde mattine polacche,
sono diventata quella donna babushka
testimone della carneficina, ogni spiritosaggine è fuori
luogo, niente scherzi su bambini infranti o madri
urlanti, i soldati morti sono essi stessi bambini
Niente scherzi sui bambini, i bambini di chiunque
non perdono il loro massacro
il petrolio le armi l’oro in pile alte quanto questa casa
non possono comprare la loro risata, non possono seppellire le loro urla
nella notte, io accuso i vecchi bianchi affogati nell’avidità
dei loro assassinii, batterò su ogni pentola e padella
che possiedo per un mondo libero dalle loro mani.
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