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21 maggio 2015

Padre, se anche tu fossi a me un estraneo - Camillo Sbarbaro

dipinto di Edward Hopper
Padre, se anche tu fossi a me un estraneo - Camillo Sbarbaro

Padre, se anche tu fossi a me un estraneo,
per te stesso egualmente t'amerei.
Ché mi ricordo di un mattino d'inverno
che la prima viola sull'opposto
muro scopristi dalla tua finestra
e ce ne desti la novella allegro.
Poi la scala di legno tolta in spalla,
di casa uscisti e l'appoggiasti al muro.
Noi piccoli stavamo alla finestra.
E di quell'altra volta mi ricordo
che la sorella mia piccola ancora,
per la casa inseguivi minacciando
(la caparbia aveva fatto non so che).
Ma raggiuntala che strillava forte
dalla paura ti mancava il cuore:
ché avevi visto te inseguire la tua
piccola figlia e, tutta spaventata,
tu vacillante l'attiravi al petto,
e con carezze dentro le tue braccia
l'avviluppavi come per difenderla
da quel cattivo ch'era il tu di prima.

Padre, se anche tu non fossi il mio
padre, se anche fossi a me un estraneo,
fra tutti quanti gli uomini già tanto
per il tuo cuore da fanciullo t'amerei.

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