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28 maggio 2015

Vivere - Paul Eluard

opera di Albert Lynch

Vivere - Paul Eluard

Noi due le mani nostre abbiamo da donare
Dammi la tua ti condurrò lontano.

Ho vissuto più volte il viso m'è mutato
A ogni soglia a ogni mano che ho varcato.
L'aprile familiare rinasceva.

Serbando a sè a me la sua labile neve
la morte e la sposa futura
Che le tue cinque dita stringe e allenta.
Sempre mi concedeva l'età ragioni nuove
di viver per altrui grazia e d'avere
Nel sangue mio sangue di un'altro cuore.

Ah il ragazzo che io fui e che sono
Al bianco delle gracili adolescenti cieche
Più belle della luna bionda sottile lisa
Dal riflesso di strade della vita
Strade di muschio e d'alberi
Di nebbia e di rugiada
E del giovane corpo che al suo luogo
Terrestre da solo non viene
Chè lo cullano vento freddo pioggia
Ne fa un uomo l'estate

Presenza mia virtù che in ogni mano appari
L'unica morte è solitudine
Di delizia in impeto di impeto in chiarezza
Mi costruisco intero per entro tutti gli esseri
Per entro tutti i tempi del suolo e delle nubi
Stagioni che passate io sono giovane
Forte a forza di essere vissuto
Sono giovane alto è il sangue sopra le mie rovine

Noi dobbiamo confondere le mani
Non ci sarà lusinga mai più lunga
Del vincolo fra te e me foresta
Ch'offre la terra al cielo ed il cielo alla notte

Alla notte che trama un giorno interminabile.

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