Pompeo Batoni - Enea abbandona Didone
Didone - Grazia Fresu Cent’anni mise l’agave
a fiorire del suo nucleo ridente,
la marina vide lo spirito
che celebra stagioni
di perentori assalti
risuonare tra i pini secolari
poi soffiare tra le vele ancorate
un presagio
d’oceano avventuroso.
E fu concesso all’uomo
di portare il fardello sublime
eppur gravoso dell’amore fatale,
fu concesso al poeta
il suo canto di salmastri disagi,
seduzione tracciata sul profilo
d’accorti naviganti,
di regine per fato abbandonate,
solamente segnate
da un’alcova fugace,
nel rigore di un dio che destinò
al suo eroe le nozze salutari
d’un destino improntato
ai fasti del dominio.
Senso dell’evidenza e della fuga
che condanna il ritorno
e si conduce nell’esilio del tempo
a quell’avanzo
di un legno disperato
ch’ è l’oblio.
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