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1 giugno 2015

Sotto le mie ali – Pablo Neruda

Sandro Botticelli - Prove di Mosè
Sotto le mie ali – Pablo Neruda

Sotto le mie ali bagnate, figli, dormite,
amara popolazione della notte instabile,
cileni perduti nel terrore, senza nome,
senza scarpe, senza padre, né madre, né sapienza:
ora sotto la pioggia distenderemo
il poncio e a piena morte, sotto le mie ali,
a piena notte dormiremo per risvegliarci:
è nostro dovere eterno la terra nemica,
nostro dovere è aprir le mani e gli occhi
e uscire a contare ciò che muove e ciò che nasce.
Non v’è infortunio che non ricostruisca l’ago,
cuci e cuci il tempo come una cucitrice
cucirà un rosaio rosso sulle cicatrici
e ora abbiamo nuove isole, vulcani,
nuovi fiumi, oceano appena nato,
ora siamo una volta di più: esisteremo,
mettiamoci sulla faccia l’unico sorriso che galleggiò sopra l’acqua,
raccogliamo il cappello bruciato e il cognome morto,
vestiamoci di nuovo da uomo e da donna nudi:
costruiamo il muro, la porta, la città:
incominciamo di nuovo l’amore e l’acciaio:
fondiamo un’altra volta la patria tremante.

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