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14 maggio 2017

Animula – T. S. Eliot

Louis Hubbard Grimshaw - Mansion House, London
Animula – T. S. Eliot

“Esce di mano a Dio, l’anima semplicetta”
Giunge in un mondo piatto di luci cangianti e rumore,
Che è chiaro o oscuro, umido o secco, freddo o caldo;
Sgattaiola fra le gambe di sedie e tavoli,
Si alza e ruzzola, cerca baci e giocattoli
Avanza ardita, si spaventa subito,
Si rifugia nel cantuccio di braccia e ginocchia,
Vuole essere rassicurata, trova piacere
Nella fragranza luccicata dell’albero di Natale,
Trova piacere nel vento, nel sole che splende e nel mare;
Studia i giochi di luce sul pavimento
E i cervi che corrono intorno a un vassoio d’argento;
Confonde quel che ha intorno con la fantasia,
Appagata dalle carte e da re e regine,
Dalle imprese delle fate e dai racconti della servitù.
Il duro fardello dell’anima che cresce
Imbarazza e offende sempre più, di giorno in giorno,
Di settimana in settimana, sempre più offende e imbarazza
Con gli imperativi di “essere e sembrare”,
“Si può e non si può”, desiderio e controllo.
La pena di vivere e la droga dei sogni
Raggomitolano l’animuccia nel vano della finestra
protetta dall’Enciclopedia Britannica.
Esce di mano al tempo l’anima semplicetta
Irresoluta ed egoista, sgraziata, zoppa,
incapace di andare avanti o retrocedere,
Temendo la calda realtà, il bene offerto,
Negando il pungolo del sangue,
Ombra delle proprie ombre, spettro nel proprio buio,
Lasciando carte in disordine in una stanza polverosa,
Vivendo per la prima volta nel silenzio dopo il viatico.

Prega per Guitierrez, avido di velocità e potenza,
Per Boudin, dilaniato da un’esplosione,
Per questo che fece un’ingente fortuna,
E quello che andò per la sua strada.
Prega per Floret, che i segugi uccisero fra i tassi,
Prega per noi ora e nell’ora della nostra nascita.

traduzione di Massimo Bacigalupo
da T. S. Eliot,il sermone del fuoco a cura di Massimo Bacigalupo
Corriere delle Sera - Un secolo di poesia, a cura di Nicola Crocetti

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