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23 maggio 2017

Estate – Grazia Fresu

Bartolomeo Guidobono- Allegoria della Primavera, dettaglio
Estate – Grazia Fresu

E sempre fu l'estate
la stagione delle corse affamate
sulle dune del giglio bianco,
nelle sabbie vetrose
sostavano le orme del gabbiano,
il grido acuto scompigliava il piano
del mare che assopito
cullava barche e a notte le lampare,
era il porto era il tempo dove i sogni
nascevano imperlati
delle speranze nuove dei tuoi baci,
quei primi che m'aprivano nel petto
un vento d'emozioni di chimere,
il mondo stesso appena disegnato
era un creato denso di occasioni,
io era bella
e in quel tuo sguardo quasi trasognato
la mia bellezza liberava incanti
che non avremmo poi più assaporato.
C'era il caldo il sudore l'acqua chiara
che l'isola mutava
nello specchio della nostra passione,
c'era che tu cantavi una canzone
che nella vita mai avrei scordato,
io ti dicevo tutte le parole
che una vergine amante sa strappare
dal gioco speculare dell'amore
che ancora sconosciuto vibra piano
su note che s'attaccano alla mano
nella carezza timida soave.
E sempre fu l'estate a innamorarmi
i versi il cuore i passi accalorati
laddove s’innalzava il primo sole.

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