Busto di Erode Attico - Louvre
Erode Attico –
Costantino Kavafis
O gloria d’Erode Attico, immensa!
Alessandro di Seleucìa, sofista tra i migliori,
giunge ad Atene per parlare, e trova
deserta la città: sta in villa Erode,
e tutti quanti i giovani
l’hanno seguito là, per ascoltarlo.
Allora scrive il sofista Alessandro
una lettera a Erode, lo scongiura
di rimandare i Greci.
E quel sottile Erode subito gli risponde:
“Vengo coi Greci, vengo anch’io con loro”.
Quanti ragazzi, adesso, ad Alessandria,
ad Antiochia, a Bèrito
(retori di domani che l’ellenismo forgia),
in quei simposi eletti
dove tutto si parla di sofistica
o d’esperienze erotiche squisite,
d’un tratto, assorti, tacciono.
Stanno intatte le coppe accanto a loro:
pensano a quella fortuna d’Erode
(quale sofista mai s’ebbe altrettanto?):
a misura di quanto vuole e fa,
i Greci (i Greci!) ecco lo seguono,
senza più giudicare né discutere,
senza scegliere: seguono soltanto.
Trad. Filippo Maria Pontani
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