opera di Kindia
Stupore
- Wislawa
Szymborska
Perché mai a
tal punto singolare?
Questa e non
quella? E qui che ci sto a fare?
Di martedì? In
una casa e non nel nido?
Pelle e non
squame? Non foglia, ma viso?
Perché di
persona una volta soltanto?
E sulla terra?
Con una stella accanto?
Dopo tante ere
di non presenza?
Per tutti i
tempi e per tutti gli ioni?
Per i vibrioni
e le costellazioni?
E proprio
adesso? Fino all’essenza?
Sola da me con
me? Perché, mi chiedo,
non a lato né a
miglia di distanza,
non ieri, né
cent’anni addietro, siedo
e guardo un
angolo buio della stanza
– come, rizzato
il capo, sta a guardare
la cosa ringhiante che chiamano cane?
da Wislawa Szymborska. La gioia di scrivere, tutte le poesie
(1945 – 2009)
a cura di Pietro Marchesani - Adelphi Editore
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