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25 maggio 2017

Un patrizio bizantino, esule, scrive versi – Costantino Kavafis

Lisistrata - stele di marmo
Un patrizio bizantino, esule, scrive versi – Costantino Kavafis

Mi dicano frivolo i frivoli.
in cose serie fui coscienziosissimo
sempre, e insisterò sempre
che nessuno conosce più di me
i Padri, le Scritture, i Canoni dei Sinodi.
In ogni dubbio, in ogni sua difficoltà
in materia ecclesiastica,
me, me per primo consultava Botaniate.

Esule adesso (veda e goda la perversa
Irene Duca), soffro amaramente,
e non è punto strano ch’io mi svaghi
componendo strofette d’otto versi o di sei,
ch’io mi svaghi con storie mitologiche
d’Emete, e Apollo, e Dionisio,
degli eroi di Tessaglia o del Peloponneso,
e ch’io componga giambi perfettissimi
come non sanno farli – consentitemi –
i letterati di Costantinopoli.
Foese il biasimo nasce da questa perfezione.

Trad. Filippo Maria Pontani

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