Antonio Canova - Le tre grazie
Dire qualcosa - Carol Ann Duffy
Le
cose assumono le tue sembianze; vestiti smessi, un telo inumidito
nel bagno, mani vuote. Non è immaginazione. È
la materia calda e semplice dell’amore. In cuor mio lo do per scontato.
nel bagno, mani vuote. Non è immaginazione. È
la materia calda e semplice dell’amore. In cuor mio lo do per scontato.
Ci
svegliamo. Il nostro linguaggio privato dà inizio alla giornata.
Ci muoviamo per la casa come al solito. I sogni che
non sappiamo parafrasare ci sfumano tra le dita.
Ci muoviamo per la casa come al solito. I sogni che
non sappiamo parafrasare ci sfumano tra le dita.
Ho
sognato di non essere con te. Vagavo per una città
dove tu non abitavi, scrutavo gli sconosciuti, in cerca
di una parola per farli diventare te. Al risveglio eri accanto a me.
dove tu non abitavi, scrutavo gli sconosciuti, in cerca
di una parola per farli diventare te. Al risveglio eri accanto a me.
Tesoro, dico. Le parole banali del giorno
raschiano
superfici più buie. La tua assenza mi lascia con lo spettro
dell’amore, tazze di caffè o lenzuola che si raffreddano, i baci più delicati.
superfici più buie. La tua assenza mi lascia con lo spettro
dell’amore, tazze di caffè o lenzuola che si raffreddano, i baci più delicati.
Torno
a casa a piedi, ti vedo accendere le luci. Entro
dentro, ti chiamo, dico qualcosa.
dentro, ti chiamo, dico qualcosa.
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