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20 giugno 2017

I manichini di Monaco – Sylvia Plath

opera di Danny O'Connor
I manichini di Monaco – Sylvia Plath

La perfezione è terribile, non può avere figli.
Fredda come respiro di neve, occlude il grembo

dove arbusti di tasso spuntano come idre,
l’albero della vita e l’albero della vita

scioglienti le loro lune mese per mese, invano.
Flusso di sangue è flusso

d’amore, sacrificio assoluto.
Vuol dire: non altri idoli che me,

me e te.
Così, sulfureamente amabili, nei loro sorrisi

questi manichini s’affacciano stanotte
a Monaco, obitorio che sta fra Roma e Parigi,

nudi e spogli nelle loro pellicce,
lecca-lecca all’arancio su stecchi d’argento,

insopportabili, senza sentimento.
Sgocciola giù la neve i suoi frammenti di buio,

non c’è nessuno. Negli alberghi
mani apriranno porte, deporranno

scarpe da lucidare in cui domani
enormi diti di piedi entreranno.

Oh quale aria di casa queste vetrine,
biancheria da neonati, dolciumi guarniti di verde,

i grevi tedeschi assopiti nel loro Stolz senza fondo.
e i neri telefoni ai ganci

luccicanti
luccicanti e inghiottenti

insistenti voci. Non ha voce la neve.

Traduzione di Giovanni Giudici

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