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29 giugno 2017

Bloccato – Sylvia Plath

opera di Conrad Crispin Jones

Bloccato – Sylvia Plath

Uno stridìo di freni.
O un pianto di neonato?
E chini eccoci qui sullo stecchito
zio re-delle-mutande miliardario.
E tu mi emergi accanto freddo nel tuo sedile.

Le ruote, due vermi di gomma, si mordono le dodici corde.
È la Spagna, laggiù?
Rosso e giallo, due ardenti metalli appassionati
sospiranti e frementi, che razza di scena è?
Non è Inghilterra, non Francia, non Irlanda.

È violenta. La stiamo visitando
con un bebè pestifero che frigna da qualche parte.
C’è sempre di mezzo un dannato bebè.
Potrei dirla un tramonto, ma chi è
ma chi mai sentì miagolare un tramonto?

Nella tua pappagorgia di prosciutto stai sepolto,
chi credi che sia io,
zio, zio?
Il triste Amleto col pugnale?
Dove nascondi il tuo fiato vitale?

È un soldino, una perla----
la tua, tua anima?
La rapirò come una bella miliardaria,
aprirò lo sportello e dalla macchina uscirò
e a Gibilterra vivrò d’aria, nell’aria.

Traduzione di Giovanni Giudici

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