foto di Dariusz Klimczak
Libri – Enzo Montano
Apri
la copertina e parla la magia:
fruscio
di pagine e voci
dei
compagni di ogni giorno.
Ti
immergi nelle storie e fuggi
oltre
la continuità degli orizzonti,
ti
fermi negli angoli illuminati dal sole
disegnati
da nuvole di spazi bianchi
che
giocano tra i caratteri e le righe
o
tra una parola e un’altra.
Entri
nelle pagine e comincia
il
meraviglioso valzer con la Fantasia
al
suono delle pagine sfogliate,
fino
all’approdo del tuo magico vascello
in
meravigliosi porti di città mutevoli.
Cammini
tra le pagine e gli intrecci,
finché
il tuoi calpestio si ode
sul
lastricato di una via di Mosca
proprio
quando Annuska ha già versato l’olio,
o
quando Margherita con i
suoi fiori gialli
aspetta
il Maestro che preferisce quelli rossi.
Veloce
poi ti infili in una bettola di Pietroburgo
dove
Marmeladov sempre ubriaco
non
ha una sola via di fuga;
oppure
sei rapito incredulo
da cento
cavalieri neri senza meta
nel
cielo di un aranceto della Spagna.
Tra
le forme delle consonanti
Luci
e specchi illuminano
la
sala di una stazione ferroviaria,
dove
in una notte d’inverno
arriva
trafelato un misterioso viaggiatore
che
vorresti accompagnare fino alla meta;
o
magari incontri Aureliano malconcio
tra
i monti non lontano da Macondo,
in
ritirata dopo l’ennesima sconfitta.
File
di aggettivi e sostantivi
che
narrano storie sogni e patimenti,
raccontano
di luoghi incantati
e di
compagni straordinari che mai andranno via
nonostante
lo sgranare di giorni e di stagioni.
Emma
è sempre lì in lotta con l’esistenza,
le
convenienze, le costrizioni e le banalità,
come
Margherita prova a volare via
ma
viene processata e condannata
sul
rogo inesauribile dell’ipocrisia
come
tutte le altre streghe incontrate
lungo
le intricate vie dalla Storia.
Altrove
lo spregiudicato Bel Ami nutre Parigi
come
Teresa o Manon e come milioni di invisibili.
Se
hai il cuore leggero incontri anche Nakata
dall’ombra
rarefatta e dolcissimo
mentre
con sussiego parla ai gatti
e ti
insegna come capire la semplicità.
Alla
fine, dopo l’ultima pagina,
osservi
una volta ancora l’ultimo punto
senti
ancora una volta il profumo delle parole scritte
e hai
già nostalgia dei luoghi e degli amici
che
rimarranno ad aspettarti nelle pagine
aleatori
eppure abbacinati come l’alba rosa,
effimeri
e pur anche più reali del vero
che
saranno sempre lì dove sei tu
e
nelle giornate fredde e brevi
e
nei lunghi meriggi delle roventi estati.
Quando
chiudi la quarta di copertina
è
con tristezza che raccogli le briciole
dalla
strada che si allunga e di una storia che finisce.
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