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2 settembre 2017

da Afrodita - Isabel Allende

Anonimo del seicento
da Afrodita - Isabel Allende
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Peccati della carne
Molti dei vegetariani di questo mondo, nonostante il colore livido e l’anima tormentata, sopravvivono e si riproducono più che bene. D’altro canto c’è chi crede ciecamente che un pezzo di carne, se possibile al sangue, sia l’unico alimento sicuro. I popoli la cui dieta è povera di carne sono i detentori di esplosione demografica nonché quelli che hanno più diligentemente l’arte dell’erotismo; per questo motivo nutro seri dubbi sul vero potere afrodisiaco della carne di mammifero. Ma devo includerla, visto che molti testi seri dimostrano l’infondatezza delle mie perplessità. Ad ogni modo, questi piatti sono pesanti e con lo stomaco sazio e in piena digestione sono in pochi a poter vantare prodezze amatorie. Se li inserisci nel menu, servi almeno delle porzioni piccole.

Bovini La parte più delicata e digeribile è il filetto. Gli italiani sostengono che la carne cruda sia erotica e solitamente la servono tagliata a fettine molto sottili, quasi trasparenti, dal nome pittoresco: carpaccio. L’idea della carne cruda è piuttosto antico, ma prima non erano note le sue proprietà erotiche. Già la preparavano le orde tartare che invasero l’Europa ai tempi dell’Impero romano: mettevano i pezzi di carne tra il cavallo e la sella e galoppavano tutto il giorno fino a ridurla una polpa, nera per le ammaccature, salata di sudore. Ciò a dato origine a quella che oggi chiamiamo tartara (carne cruda macinata, sapientemente condita e con un tuorlo crudo sopra), che si presta a essere presentata nei piatti in forme birichine e ad altri giochi sensuali.
Cacciagione (cervo, cinghiale, lepre, ecc) A Nairobi c’è un famoso ristorante in cui si serve ogni tipo di selvaggina, comprese le specie in via d’estinzione. Piatti forti del menu sono le bistecche di bufalo, d’elefante, di struzzo. Se in famiglia non c’è un cacciatore; di quelli che all’alba hanno già un fucile in spalla, salta pure questa parte, non fa per te. Se c’è, fai in modo che smetta di cacciare, è uno sport crudele; ma se non ci riesci e una bestiola impallinata atterra sul tavolo della tua cucina, inizia con l’appenderla a zampe in su e lasciala per due giorni in un luogo fresco e asciutto, perché la carne è più tenera e saporita quando è in via di putrefazione (faisandée, dicono i francesi con più fierezza), cioè appena prima che gli uccelli del vicinato inizino a beccarla e facciano la loro comparsa i primi vermi. Ho anche sentito che vanno usati i guanti di gomma per spellare gli animali selvatici che possono trasmettere delle infezioni, e bisogna cuocerli a lungo, per evitare la trichinosi. Mi chiedo se con tutti questi inconvenienti non valga davvero la pena di mangiare una di queste bestie surgelate… Procurati la cacciagione al mercato, pulita e pronta per essere cucinata. Hai mai visto spellare una lepre? E’ uno spettacolo deprimente.
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