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7 settembre 2017

Gatto - Beloslava Dimitrova

Maurits Cornelis Escher - Spirali
Gatto - Beloslava Dimitrova

               […]
               fossero alquanto e l’animo smagato,
               non poter quei fuggirsi tanto chiusi,
               ch’i’ non scorgessi ben Puccio Sciancato;
               ed era quel che sol, di tre compagni
               che venner prima, non era mutato;
               l’altr’era quel che tu, Gaville, piagni.
               Dante Alighieri,
               La Divina Commedia, Inferno, Canto XXV, vv. 146-151


ho sonno o sogno
lo racconto così
dormo profondamente
poi qualcuno o qualcosa mi sveglia
vedo un gatto nero
vecchio ma vivo
accanto a me è distesa un’altra persona
dorme
il gatto mi guarda
si gira io sono prona
comincia a correre furioso in diagonale
rispetto al letto si ferma
prima avrei detto
che tutto questo è divertente gaio giocoso
d’un tratto il gatto decide di fermarsi
sulla mia faccia con le zampe anteriori e posteriori
forma un semicerchio
veloce gratta con gli artigli
proprio adesso mi rendo conto
che questa è la mia punizione
poi ritorna nell’angolo opposto
l’uomo accanto a me non si sveglia
so che accadrà ancora
arriva di nuovo
tutto graffia con le sue zampe
fa 200 giri al minuto
poi si ritira
mi guarda di nuovo
capisco che non ho più faccia
che uno dei miei occhi si è come sciolto
che ormai non si parla di sangue
ma di muco
l’uomo accanto a me ne è completamente imbrattato
si continua
strillo imploro tento la fuga
diventa sempre più forte
si fonde con me entra
con tutte le sue parti in me
cerco di calmarmi
salta gira si getta ancora
ormai non esisto più né esiste l’uomo accanto a me
anche visti da un’altra prospettiva
saremmo irriconoscibili
è chiaro che non si tratta comunque di un uomo
ora siamo due
ci alziamo dal letto
andiamo
e cerchiamo te

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