Diana e Endimione - Annibale Carracci, affresco, 1597 ed il 1600. Palazzo Farnese Roma
Diana
e Endimione – Enzo Montano
(Annibale Carracci, Galleria Farnese)
Una cosa bella è una gioia per sempre:
Si accresce il suo fascino e mai nel nulla
Si perderà; sempre per noi sarà
Rifugio quieto e sonno pieno di sogni
Dolci, e tranquillo respiro e salvezza.
Si accresce il suo fascino e mai nel nulla
Si perderà; sempre per noi sarà
Rifugio quieto e sonno pieno di sogni
Dolci, e tranquillo respiro e salvezza.
John Keats - Endimione
“Non ti svegliare amore mio,
dormi affinché ti possa amare per
l’eternità”.
Lievemente, Diana, accarezza il
giovane bellissimo,
da Zeus addormentato per dono o
punizione;
o forse dalla luna innamorata. Solo
per amarlo.
Dorme Endimione e sogna adesso
quella bellezza ricercata nelle
veglia.
Il viso è quasi beato, le guance rosee
e il corpo abbandonato tra le braccia
della dea che lo bacia sulla fronte.
Ha una falce di luna per diadema,
Diana/Artemide, la vergine austera,
e nel volto la dolcezza dell’amore.
Sussurra il suo sentire la casta
amante
al pastore che Zeus la giovinezza perpetua
in eterno.
Endimione, tu sei divenuto una cosa sola
con la bellezza eterna e perfetta.
Io la contemplo, per un attimo
appagato,
nel dipinto del Maestro del Barocco.
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