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18 novembre 2017

Il seppellimento di Santa Lucia - Helen Wickes

Michelangelo Merisi (Caravaggio) - Seppellimento di Santa Lucia, 1608, olio su tela. Chiesa di Santa Lucia alla Badia, Siracusa
Il seppellimento di Santa Lucia - Helen Wickes

Abbozzate in fretta le figure,
come se l’artista fosse distratto
impaziente di finire,
enormi i due becchini
ingobbiti gli afflitti

distesa per terra la santa morta,
il braccio in un gesto verso di noi il collo piegato strano.
Come la sua madonna morente, non è che anche lei
ha come modella una qualche prostituta annegata
appena ripescata dalle gelide acque del mare?

Fuori oggi è una sera di novembre,
un’infusione di rosso-dorato, che illumina da dietro gli olmi,
una luce da Rothko, calda e inquietante,

che quasi quasi riesci a raggiungerlo
per dirgli, da qui,
che alla fine le cose potrebbero aggiustarsi.

Perché nelle cartoline e nei libri meno costosi
tagliano a metà il dipinto di Caravaggio ,
non ti rimane che il travaglio
e l’agitazione del dolore
e non si vede il vasto spazio interiore
che si estende oltre le figure
puro Barocco, appena illuminato

dall’eterno e dall’interno
questo annerito raccolto di aria
che si libra sopra lo scompiglio del tempo -
che altro è il chiaroscuro?
Fuori, a quel tempo, a Siracusa in Sicilia
è il 1608, e dopo aver dipinto la santa
che aveva dato in cambio gli occhi per l’anima

il pittore che sapeva
che gli uni evocano l’altra
aveva solo ancora tre anni di vita

L’atmosfera di questo spazio cavernoso che incombe
è tardo Rothko, un’infusione di polvere illuminata
ogni granello vibra di durata
un denso universo di dolore che sorge dal
e grava sul regno umano,
che non se ne accorge.

Traduzione di Pina Piccolo

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