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21 novembre 2017

Elegia dei maiali – Achille Campanile. da Cantilena all'angolo della strada

Joachim Beuckalaer - Cristo nella casa di Marta e Maria
Elegia dei maiali – Achille Campanile. da Cantilena all'angolo della strada

E cominciate a scendere anche voi, grassi maiali. Dagli allegri cortili di montagna, che amavate, su carretti che sembrano quelli dei monatti, irti di zampette all'aria, carichi dei vostri rosei pancioni sparati, e tremuli di pappagorge coniche e di codini a spirale, arrivate lentamente in città e prendete posto alle porte delle norcinerie.
Vi aspettavamo.
Come siete pallidi, disfatti e tragici. Al paragone son nulla le testoline di vitello, appese come sanguinosi trofei nella crudele foresta cittadina, che pure sono così pallide, tristi e infantili, e che sembra si sieno addormentate dopo un lunghissimo pianto.
Il fatto è che non eravate nati per la tragedia. Nel giorno supremo le vostre grida furono disperate. Trovaste accenti che avrebbero intenerito un macigno; piangeste come nessuna creatura al mondo sa piangere, allorché vedeste balenare un affilato coltello e un oscuro presagio vi avvertì che l'ultima ora vostra era suonata. Ma non foste ascoltati. I cuori dei carnefici non s'intenerirono. E nella vostra morte non ci fu stile, non ci fu un momento di grandezza. Vi abbandonaste indecentemente alla paura e avreste fatto qualsiasi viltà pur di salvare la pancia. Invano. Questo per voi proprio non ci voleva. Questo non ve lo aspettavate. Eravate i meno adatti alla fine violenta.
Ben vi sta, o maiali. La vita fu per voi troppo facile e comoda e non vi mancò nulla; non pensaste che a mangiare, bere e dormire.
E dunque statevene lì, sconciamente inchiodati alle porte delle norcinerie. Forse era scritto nel libro del vostro destino, di fare questa misera fine in salsicce, salami, prosciutti, sfrizzoli e vesciche di strutto. E le vostre anime scendano nel più profondo dell'Inferno.
 

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