Michelangelo Merisi (Caravaggio) – La
vocazione di San Matteo, 1599/1600, olio su tela. San Luigi dei Francesi. Roma
La
luce – Enzo Montano
(Caravaggio: La vocazione di San
Matteo)
Andando via di là, Gesù vide
un uomo, seduto al banco delle imposte, chiamato Matteo, e gli disse:
«Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre Gesù sedeva a mensa
in casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e si misero a tavola con
lui e con i discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli:
«Perché il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù
li udì e disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i
malati. Andate dunque e imparate che
cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrificio. Infatti non sono
venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».
Vuoto, finestra e luce, nella parte
superiore;
sotto, la scena della chiamata appare
vivida.
Al tavolo come in un’osteria.
siede Paolo l’esattore con altri
quattro.
Un baleno di luce da destra,
investe il gruppo e ne sottolinea i
visi,
le mani, i gesti e le espressioni;
sembra quasi di ascoltare le loro voci
e di sentire il tintinnio delle monete
rubate al popolo.
Poi realizzo che la luce non proviene
dalla finestra buia:
è soprannaturale. E’ il simbolo divino
che,
insieme al Cristo e Pietro, chiama
Matteo.
Sul volto del pubblicano quella luce
si riflette per poi tornare verso la
sua fonte.
L’immensità dl Caravaggio è nei gesti
degli attori
del meraviglioso palcoscenico che
narra conflitti
e sofferenze. Il dito di Gesù che
chiama anche con lo sguardo,
l’indice e gli occhi di Pietro gli
fanno eco,
Matteo stupito chiede con lo sguardo e
replica
l’indice rivolgendolo a sé stesso.
Quanta forza
nel simbolo della cristiana Salvezza!
Michelangelo Merisi,
impareggiabile maestro della luce,
sappiamo che Matteo seguì il Maestro.
Io fatico a realizzare il Credo.
E’ facile, però, trovare la bellezza,
piangere e sorridere, emozionarsi e
interrogarsi,
al cospetto della tua meravigliosa
opera.
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