Vincent van Gogh - Paesaggio sotto la pioggia ad Auvers
Meditazione sotto la
pioggia – Federico Garcia Lorca
(FRAMMENTO)
A José Mora
La pioggia ha baciato il giardino
provinciale
con profonde cadenze sulle foglie
L'aroma sereno della terra bagnata
inonda il cuore di tristezza remota.
Si lacerano nubi grigie nel muto
orizzonte.
Sull'acqua addormentata della fonte,
le gocce
cadono, sollevando chiare perle di
spuma.
Fuochi fatui che spegne il tremolio
delle onde.
La pena della sera raggela la mia
pena.
Il giardino si è riempito di monotona
tenerezza.
Devo perdere tutta la mia sofferenza,
mio Dio,
come si perde il dolce suono delle
fronde?
Tutta l'eco di stelle che c'è nella
mia anima
mi aiuterà a lottare con la mia forma?
E l'anima vera si sveglia nella morte?
E ciò che ora pensiamo lo inghiottirà
l'ombra?
O com'è tranquillo il giardino sotto
la pioggia!
Il mio cuore è trasformato dal casto
paesaggio,
in un rumore di idee umili e tristi
che dà nel mio petto un battito di
colombe.
Nasce il sole.
Il giardino sanguina giallo.
C'è intorno una pena che soffoca,
sento la nostalgia della mia infanzia
inquieta,
il desiderio d'essere grande in amore,
le ore
passate come questa a contemplare la
pioggia
con ingenua tristezza.
Cappuccetto rosso
andava per il sentiero...
Addio mie favole, oggi medito,
confuso,
davanti alla fonte torbida che
dall'amore mi nasce
Dovrò perdere tutte le mie sofferenze,
mio Dio,
come si perde il dolce rumore delle
fronde?
Riprende a piovere.
Il vento riporta le ombre.
3
gennaio 1919
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