opera di Andrew Weyth
Tu, mio sentire il tempo, la sorte - Angelo Ferrante I
Tu, mio sentire il tempo, la sorte,
la vita, non abbandonarmi mai.
Sii aspro e dolce, aprimi le porte
dell'anima, e canta quel che sai.
Non tralasciare ciò che l'occhio umano
non scorge: i minimi frantumi, il lento
sfarinio delle rocce, il lontano
mormorio degli astri, l'aria, il vento.
E più rammenta il moto della polvere
quando, nuda, s'adagia sulle cose.
E' nell'invisibile dissolvere
il sé che la vita traccia le sue pose.
Ma poi tutto si muove e si trasforma,
anche ciò che non sembra che si muova.
E anche l'eterno, che non lascia orma,
nell'ignoto si muta e si rinnova.
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