Abbozzo - Antonia Pozzi
Io penso questa sera
alla leggenda dell'Uccello di Fuoco –
al suo apparire nel folto –
al suo canto liberatore –
e tutti narrano
del giovane principe
e del sonno dei nemici
e della sua salvezza –
nessuno pensa all'albero oscuro
dove l'uccello apparì
la prima sera –
nessuno pensa alla vita dell'albero
dopo quella sera
senza più la vampa
delle ali magiche –
io sola so
come l'albero viva
di nostalgia e d'attesa –
e intorno veda
la gente che si aggira –
ma nessuna veste variopinta
vale per lui
lo splendore
dell'Uccello scomparso –
l'albero non sa più
per chi sia il suo fiorire –
e per ogni foglia che nasce
si torce nelle intime fibre –
l'albero non sa più
a chi offrire
il suo strazio primaverile –
e attende la notte –
la notte nera senza stelle senza fontane –
l'ora del buio silenzio –
quando dalle profonde radici
in un balenio estremo accecante
sorgerà correrà per il fusto
sino alla cima delle fronde –
unico bene suo –
il ricordo infuocato dell'Uccello
marzo-agosto 1933
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