Fernando Botero - Il ballo
da Il giovane Holden –
Jerome David Salinger
(…)
Ma ne valeva la pena.
La bionda era una ballerina di prima forza. Era una delle migliori ballerine che
mi fossero mai capitate. Senza scherzi, ci sono certe oche perfette che su una
pista da ballo possono lasciarvi senza fiato. Una ragazza molto intelligente,
invece, o per metà del tempo tenta di guidarvi lei avanti e indietro, o
balla talmente male che la cosa migliore è di restarvene al tavolo e prendere
una bella sbornia insieme.
- Lei balla
benissimo, - dissi alla bionda. - Dovrebbe fare la professionista. Dico
davvero. Ho ballato con una professionista, una volta, e lei è molto più brava.
Ha mai sentito parlare di Marco e Miranda?
- Come? - disse lei.
Non mi stava nemmeno a sentire. Guardava in giro per la sala.
- Ho detto se ha mai
sentito parlare di Marco e Miranda.
- Non so. No. Non lo
so.
- Be', sono
ballerini, lei è una ballerina. Ma non è così straordinaria, però. Fa tutto
quello che deve, ma non è straordinaria lo stesso. Lo sa quand'è che una
ragazza balla veramente in modo fantastico?
- Come ha detto? -
disse. Non mi stava neanche a sentire. La sua mente vagava a tutto spiano.
- Ho detto, lo sa
quand'è che una ragazza balla veramente in modo fantastico?
- Mmm, mmm.
- Be', dove tengo la
mano sulla sua schiena. Se penso che sotto la mia mano non c'è niente, né didietro,
né gambe, né piedi, niente, allora la ragazza balla davvero in un modo
fantastico.
Ma lei non mi stava a
sentire. Sicché per un poco la ignorai. Ballavamo e basta. Dio, se sapeva ballare,
quell'oca! Buddy Singer e la sua orchestrina schifa stavano sonando Proprio
una cosa cosí, e nemmeno loro riuscivano a rovinarla completamente. È una
canzone magnifica. Non tentai passi complicati mentre ballavamo - detesto quei
tipi che quando ballano fanno un sacco di passi complicati per mettersi in
mostra - ma la facevo girare senza risparmio, e lei mi seguiva benissimo. Il
buffo è che credevo che si stesse divertendo anche lei, e invece tutt'a un
tratto se ne uscì con quella frase idiotissima. - Ieri sera io e le mie amiche
abbiamo visto Peter Lorre, - disse. - L'attore del cinema. In carne e ossa.
Stava comprando un giornale. È di un carino...
- Lei è fortunata, -
le dissi. - Proprio fortunata. Lo sa?- Era un'oca perfetta. Ma come ballava!
Non potei fare a meno di darle un piccolo bacio su quel suo stupido cocuzzolo -
sapete, proprio dove c'è la scriminatura e compagnia bella. Quel mio gesto la
fece infuriare.
- Ehi! Che le gira
per la testa?
- Niente. Non mi gira
niente. Lei balla proprio bene,- dissi. - Ho una sorellina che fa solo la
dannata quarta elementare. Lei balla quasi bene come la mia sorellina, e quella
balla come nessuno, vivo o morto.
- Badi a come parla,
se non le dispiace.
Che donna, ragazzi.
Una regina, Cristo santo.
- Di dove siete, voi
tre?
Ma non mi rispose.
Era occupata a cercare in giro il vecchio Peter Lorre per farmelo vedere, suppongo.
- Di dove siete, voi
tre? - ripetei.
- Come? - disse.
- Di dove siete, voi
tre? Non me lo dica, se non ne ha voglia. Non vorrei che si stancasse.
- Seattle,
Washington, - disse. Mi stava facendo un grande favore a dirmelo.
- Lei è una
conversatrice straordinaria, - le dissi. - Lo sa?
- Come?
Lasciai perdere. Il
suo cervello non ci arrivava, ad ogni modo. - Le va di fare un po' di
jitterbug, se suonano una cosa svelta? Non uno di quei jitterbug balordi: né
salti né niente; un jitterbug carino e tranquillo. Se suonano una cosa svelta
tutti andranno a sedersi, tolti i vecchi e i grassoni, così avremo un sacco di
spazio. D'accordo?
- Per me è tale
quale, - disse lei - Ehi, quanti anni ha, a proposito?
Non so bene perché,
ma questo mi diede sui nervi. - Oh, Cristo. Non rovini tutto, - dissi. - Ho
dodici anni, Cristo santo. Sono alto per la mia età.
- Stia a sentire,
lei. Gliel'ho già detto. Non mi va questo modo di parlare, - disse. - Se vuol
parlare in questo modo, io posso tornare a sedermi con le mie amiche, sa?
Mi scusai a tutto
spiano, perché l'orchestrina stava cominciando una cosa svelta. Lei si mise a
fare il jitterbug con me - ma proprio un jitterbug carino e tranquillo, non
balordo. Era proprio brava. Bastava appena toccarla. E ad ogni piroetta,
scodinzolava col suo bel sederino in un modo delizioso eccetera eccetera. Mi
lasciò senza fiato. Davvero. Ero mezzo innamorato di lei, quando tornammo a sederci.
Questo è il guaio con le ragazze. Ogni volta che fanno una cosa carina, anche
se a guardarle non valgono niente o se sono un po' stupide, finisce che quasi
te ne innamori, e allora non sai più dove diavolo ti trovi. Le ragazze. Cristo
santo. Hanno il potere di farti ammattire. Ce l'hanno proprio.
(…)
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