Cappuccetto non poteva mai immaginare che Il Lupo
l’avrebbe lasciata per un’altra.
Non diede mai retta ai consigli che in materia
amorosa le dava
La Nonnina. Per cui una mattina Il Lupo le disse:
“Cappuccetto,
con te voglio finirla. Più non mi eccita inseguirti
nel bosco;
non ci provo più gusto a travestirmi da nonnina
perché tu mi dici
le sciocchezze di sempre, se ho le orecchie grandi e
quei
canini così affilati, e io, come uno stupido, a
rispondere che sono
per ascoltarti, odorarti e vederti meglio. No,
Cappuccetto, la nostra storia
non ha futuro”. Allora Cappuccetto, sconcertata per
quella
confessione, si mise quanto più lontano poté pensando
al tipo di donna che aveva conquistato il cuore del
suo amante.
“E’ lei, deve essere lei, ripeteva la bambina mentre
cercava
disperatamente la casa dell’anziana. “Nonnina”,
gridò alla fine,
dopo aver contemplato la figura che giaceva nel
letto, “come
hai potuto farmi questo, tu, l’amica di cui più mi
fidavo?”
“Mi dispiace”, disse l’altra, “non avrei mai pensato
di rimanere incinta alla mia età,
e ancor meno di qualcuno così poco intelligente e
fantasioso. Tuttavia,
lui è un tipo responsabile, che non esitò un istante
a offrirmi
di sposarlo quando seppe la notizia. Mi dispiace,
Cappuccetto, dovrai
cercartene un altro. Dopo tutto, non è l’unico lupo
al mondo, o no?”
Da
“Poesia” n. 298, novembre 2014. Crocetti
Editore
Traduzione di Emilio Coco
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