The
Deer hunter – Sara Ventroni
Prima della Guerra gli uomini si annoiano vanno a
caccia
il vino sull’abito della sposa ricordo cadeva questo
vino.
Era una scena a effetto da quelle macchie dovevi
capire tutto il resto
si tratta di un ricordo lontano qualcosa di visto
una volta e non visto più.
Se non
farete cadere una goccia di questo vino vivrete felici per tutta la vita.
Se non farete questo succede quello
c’è chi è maldestro c’è chi ha un destino
spezzerete il corpo versereste il sangue in memoria
di un uomo
Il cervo si con un colpo solo perché il cervo non è
armato.
C’era la roulette russa c’erano dei ratti c’erano
gli elicotteri
gli uomini cacciano i cervi ingannano il tempo con
la guerra.
Fanno questo in memoria di te tu sei partito tu sei
tornato
tu sei tornato rovinato guastato tu non sei partito
tu non sei mai più tornato.
Il presagio sul vestito della sposa
il vino resta vino non è proprio sangue
diventerà sangue ma non è ancora sangue.
C’è chi ha un ritorno c’è chi non fa che tornare.
Qualcuno impazziva qualcuno guadagnava una medaglia
tutto quel dolore era comunque rispettabile.
Da quanto tempo non lo vedi
questo film è tutto già imparato.
C’è la scena del vino che cade sull’abito della sposa
c’è la guerra
e prima della guerra gli uomini si annoiano vanno a caccia.
Un film non più rivisto un film che non è mai esistito
potrebbe non esistere quel cervo quel ratto quell’elicottero
quella sposa.
C’è un fiume di metallo incandescente e i vietcong.
La sposa del cacciatore è macchiata di vino.
Non si uccide un cervo innocente.
C’erano anche delle bombe.
I costumi tradizionali sono rumorosi
i russi credono nel destino soprattutto quando si sbagliano.
Era un film con una precisa doppia morale
quando sarai a corto di scuse potrai sempre dire
ho ucciso un cervo colpevole.
Da
“Poesia” n. 298, novembre 2014. Crocetti
Editore
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