opera - Andrew Wyeth
Si era mossa una bestia - Pierre ReverdySi era mossa una bestia
Si udì uno zoccolo raspare il selciato sotto la paglia
Poi un grido
Aspettatevi quello che succederà
Qualcuno accostò l’occhio all’abbaino
e guardò
Era ancora notte ma il pendolo faceva oscillare
Il battente senza suonare le ore e dovemmo aspettare
L’alba per sapere di che si trattava
Gli anni passano veloci nella
mente oscura di un fanciullo
Dopo è solo un ricordo uniforme che si
trasforma
Tuttavia se si guarda
attentamente lo stesso punto
ci accorgiamo che non si è mosso
E’ un gioco di luci
Non vediamo più gli stessi colori
E perfino le orecchie saranno mutate
Che fitta cortina di fumo
Cerca di scostare le tenebre con le dita
e si è lacerato il volto e il cuore
Se avesse incontrato se stesso a certi incroci di strade
La ruota di una vettura di passaggio lo sfiorò e
la giacca rimase sporca di fango fino alla fine
Quanto tempo era passato da quando
Era uscito
Tra gli oggetti c’era un vuoto che avrebbe
voluto colmare e la testa fluttuava dall’uno all’altro
Se avesse voluto il vento
poteva trasportarlo al di sopra degli alberi
E invece tu rimani lì chino sul parapetto
come se aspettassi
La campana suona ma non ci chiama
Le sirene fanno gemere gli ardori
di un altro clima
Un’immagine
Bisogna spezzare tutti i ceppi e partire
con le mani avanti
Al fondo di sé c’é sempre un fanciullo infelice che
piange
Traduzione di Antonio Porta
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