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14 aprile 2018

Anais Nin

Opera di Fabian Perez

Anais Nin

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Quando mi siedo davanti allo specchio rido a me stessa. Spazzolo i miei capelli. Ci sono un paio di occhi, due lunghe trecce, due piedi. Li guardo come dei dadi in una scatola e mi chiedo se, scuotendoli, potrebbero balzare fuori e diventare ME. Non posso dire come tutti questi pezzi separati possano essere ME. Io non esisto. Non sono un corpo. Quando stringo la mano a qualcuno mi sembra che costui sia molto lontano, in un’altra stanza, e che la mia mano sia nell’altra stanza. Quando mi soffio il naso temo che possa restare nel fazzoletto.
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