C’è un
pianto dentro di me: la vita
Urlando
non lascia tracce verosimili,
sfigurata
allaccia amore e morte,
nella
notte ingrata al sonno.
Allora
si pensa ai trascorsi inganni:
si
sogna. Tutto quello che in pace
importa
di più va combattuto,
respinto…
Che ci sto a fare? A prendere congedo
Da
stanche proposte di Re Musoni
Promettitori
dei vani insulti al Dio,
o
calamitosi al perché di vita
ignobile
e incerta? Io piango
le
tetre scalee di gioventù
ove il
sorpasso della mente
ai
giorni, all’ore estreme
era
sembiante vivo
del
nostro destinato incrociarsi
in
terra seminata di freschi
virgulti,
tenere silee
di
speranza
inquieta
nel suo sfarsi.
Nessun commento:
Posta un commento