Pagine

27 aprile 2018

da Dolce come il cioccolato - Laura Esquivel

dipinto di Carl Vilhelm Holsoe
da Dolce come il cioccolato - Laura Esquivel

(…)
Tuttavia, Tita non era d’accordo. Molti dubbi e inquietudini le passavano per la mente. Avrebbe voluto sapere per esempio chi aveva iniziato quella tradizione familiare. Era giusto spiegare all’ingegnoso inventore che nel suo piano perfetto per assicurare la vecchiaia delle donne c’era una lieve falla: se Tita non poteva sposarsi né avere figli, chi mai si sarebbe occupato di lei nella sua vecchiaia? Qual era la soluzione giusta in questi casi? O forse si sperava che le figlie dedite alle madri non sopravvivessero a lungo dopo la scomparsa delle progenitrici? E dove finivano le donne sposate che non potevano avere figli? Chi avrebbe avuto cura di loro? E inoltre – voleva sapere – quali studi erano stati fatti per arrivare alla conclusione che la figlia minore era più adatta della maggiore a vegliare sulla madre? Si era tenuto conto, in qualche occasione, dell’opinione delle figlie interessate? Avrebbe potuto almeno, se non sposarsi, conoscere l’amore? O neppure questo?
Tita sapeva bene che tutti questi interrogativi sarebbero irrimediabilmente entrati nell’archivio delle domande senza risposta. Nella famiglia De la Garza si ubbidiva e basta. Mamma Elena, ignorando completamente la figlia, uscì dalla cucina molto seccata e per una settimana non le rivolse più la parola.
La ripresa della loro semicomunicazione ebbe origine quando, controllando i vestiti che ognuna delle donne aveva cucito, Mamma Elena scoprì che, sebbene quello confezionato da Tita fosse il più perfetto, non era stato imbastito prima.
«Complimenti», le disse, «i punti sono perfetti, ma non l’hai imbastito, vero?».
«No», rispose Tita, stupita che la legge del silenzio fosse stata infranta.
«Allora lo devi disfare. Lo imbastisci, lo ricuci e poi te lo controllo. Così impari che chi va piano va sano e va lontano».
«Questo è vero quando uno sbaglia, ma proprio lei un momento fa ha detto che il mio era...».
«Si ricomincia con la ribellione? Non ti basta avere infranto per una volta le regole del cucito?».
«Mi perdoni, mammina. Non lo farò più».

Nessun commento:

Posta un commento