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16 aprile 2018

da "Il sentiero di nidi di ragno" - Italo Calvino

fotogramma di "San Michele aveva un gallo" dei F.lli Taviani
da "Il sentiero di nidi di ragno" - Italo Calvino
(...)
All'osteria ci sono sempre gli stessi, tutt'il giorno, da anni, a gomiti sui tavoli e menti sui pugni che guardano le mosche sull'incerato e l'ombra viola in fondo ai bicchieri.
- Che c'è, - dice Miscèl il Francese. - Tua sorella ha ribassato i prezzi?
Gli altri ridono e picchiano pugni sullo zinco. - Te la sei presa questa volta, Pin, la risposta!
Pin è li che lo guarda di sotto in su attraverso la frangia di capelli spinosi che gli mangia la fronte.
- Mondoboia, proprio come pensavo io. Guardate un poco, pensa sempre a mia sorella. Vi dico, non smette mai di pensarci: s'è innamorato. Di mia sorella s'è innamorato, che coraggio...
Gli altri ridono a gola spiegata e lo scappellottano e gli versano un bicchiere. Il vino non piace a Pin: è aspro contro la gola e arriccia la pelle e mette addosso una smania di ridere, gridare ed essere cattivi. Pure lo beve, tracanna bicchieri tutto d'un fiato come inghiotte fumo, come alla notte spia con schifo la sorella sul letto insieme a uomini nudi, e il vederla è come una carezza ruvida, sotto la pelle, un gusto aspro, come tutte le cose degli uomini; fumo, vino, donne.
- Canta, Pin, - gli dicono. Pin canta bene, serio, impettito, con quella voce di bambino rauco. Canta  
Le quattro stagioni.
Ma quando penso all'avvenir
della mia libertà perduta
vorrei badarla e poi morir
mentre lei dorme... all'insaputa...

Gli uomini ascoltano in silenzio, a occhi bassi come fosse un inno di chiesa. Tutti sono stati in prigione: chi non è statò mai in prigione non è un uomo. E la vecchia canzone da galeotti è piena di quello sconforto che viene nelle ossa alla sera, in prigione, quando i secondini passano a battere le grate con una spranga di ferro, e a poco a poco tutti i litigi, le im-precazioni si quietano, e rimane solo una voce che canta quella canzone, come ora Pin, e nessuno gli grida di smettere.

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