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22 maggio 2018

Alla ricerca del tempo perduto, Dalla parte di Swann – Marcel Proust

dipinto di Carl Vilhelm Holsoe
Alla ricerca del tempo perduto, Dalla parte di Swann – Marcel Proust

E appena ebbi riconosciuto il sapore del pezzetto di madeleine, inzuppato nel tiglio, che mi dava la zia (benché non sapessi ancora, e dovessi rimandare a molto più tardi la scoperta del motivo per cui quel ricordo mi rendesse tanto felice), subito la vecchia casa grigia sulla strada, dove era la sua camera, si adattò, come uno scenario di teatro, al piccolo padiglione che dava sul giardino, costruito sul retro per i miei genitori (quel lato tronco che solo avevo rivisto fin allora); e con la casa, la città, da mattina a sera, e con qualsiasi tempo, la piazza dove mi mandavano prima di pranzo, le vie dove andavo a far delle compere, i sentieri in cui ci si inoltrava se il tempo era bello. E come in quel gioco, che piace ai Giapponesi, che consiste nell’immergere in una ciotola di porcellana piena d’acqua dei pezzetti di carta fino allora indistinti che, appena bagnati si distendono, si rigirano, si colorano, si differenziano, diventano fiori, case, figure umane consistenti e riconoscibili; così, ora, tutti i fiori del nostro giardino e quelli del parco di Swann, e le ninfee della Vivonne, e la brava gente del villaggio e le loro piccole case e la chiesa e tutta Combray e i suoi dintorni, tutto questo che sta prendendo forma e solidità, è emerso, città e giardini, dalla mia tazza di tè.

trad. it. P. Pinto

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